Climax è l’ultimo film di Gaspar Noè, che ha dichiarato di essersi ispirato a una storia vera. Presentato al Festival di Cannes, il film è uscito in Italia il 13 giugno.

Climax è un film che ha due false partenze, un inizio che sembra già la fine e una fine che arriva quando credi di aver solo superato l’antipasto.

Comincia con una scena in esterno dalla fotografia suggestiva: una piana di neve bianca sconfinata, la camera sorvola dall’alto e identifica un puntino scuro che si muove, una donna si dimena a terra e avanza strisciando. Lascia una scia di sangue nel candore della neve. Da subito ci rendiamo conto che deve essere accaduto qualcosa di orribile. Poco dopo partono quelli che sembrano già i titoli di coda…

Girato in soli quindici giorni, tutti i dialoghi di Climax sono stati improvvisati dagli attori stessi e solo alcune righe del lungometraggio sono state scritte. Sapendo ciò, gli eventi del film si rivelano, per quanto possibile, ancora più scioccanti.

Climax è anche un film che porta sullo schermo – involontariamente, come vedremo – alcune tematiche LGBT, attraverso la scelta del cast e dei personaggi. Tra le attrici-ballerine vi è ad esempio Claude-Emmanuelle Gajan-Maull, artista, dj, performer e attivista che nel 2015 ha iniziato il processo di transizione MtoF.

Cambiare prospettiva può rivelarsi sorprendente nel suo senso letterale, come prendere un barattolo di latta di cui non vedi il contenuto, agitarlo, aprire il coperchio e capovolgerlo per fargli vomitare fuori il contenuto, scoprendo che è un freak show che ci inorridisce ma (o proprio perché) ci riguarda profondamente.