“Volevamo ricreare la ‘fiducia reciproca‘ che c’era una volta.
Non c’è più attesa né pazienza per niente. Più va veloce la tecnologia più diventano lenti i rapporti umani. Ad esempio per parlare con un’amica non ti prendi più la briga di passarla a prendere a casa. Neanche le telefoni: le scrivi un messaggio o le mandi una nota vocale su Whatsapp.
Allora ci siamo dette: cosa possiamo fare noi per cambiare questa cosa?
Dare un’anima a un posto per cercare di trasmettere questa nostra filosofia.
Come?
Semplicemente essendo gentili con le persone.”

Effettivamente, dopo soli pochi minuti dentro a “Portineria 14“, l’atmosfera di gentilezza di cui mi parla Francesca, una delle tre socie, è nell’aria. Si avverte, si respira. Si sente nel modo premuroso e spontaneo, gratuito, in cui lei si sincera con chiunque arrivi alla soglia del bancone se abbia bisogno di qualcosa, se è tutto a posto. Qui sembra che si conoscano tutti da tempo. Francesca saluta tutti con grande calore, dispensando sorrisi e abbracci. E così prende forma, sotto ai miei occhi, quella filosofia della gentilezza che Francesca, Federica ed Emanuela hanno messo in piedi creando il locale “Portineria 14” a Milano 2 anni fa.

Io Portineria 14 l’avevo scoperta tramite una videointervista fatta a Francesca da Freeda.

Da quell’intervista, mi racconta Francesca, si sono aggiunti nuovi servizi, tra cui il banco alimentare: durante la settimana chiunque può portare beni alimentari al bar (chiusi e non scaduti ovviamente), mentre il giovedì dalle 11.00 alle 15.00 chi ha bisogno può passare al bar a ritirare il cibo. Francesca ci tiene a sottolineare che hanno pensato alla discrezione: può ritirare il cibo anche un delegato infatti. Col banco alimentare Portineria 14 sta riuscendo a sfamare ben 100 famiglie a settimana: non mi sembra affatto poco!

Altri servizi di Portineria 14 sono il ritiro pacchi (il più sfruttato), il ritiro chiavi e la consegna di medicine a domicilio: sì, Francesca e le sue socie si occupano di andare a comprare le medicine per chi ha bisogno nel quartiere e di consegnargliele direttamente a casa. Tutto questo sempre GRATIS.

Tanto con la vespa qui non ci vuole molto”, aggiunge Francesca mentre io evidentemente la guardo incredula. Milano è una città meravigliosa che dà mille opportunità ma anche fortemente spersonalizzante e alienante e sembra un miracolo che possa esistere un mutuo aiuto del genere.

Chiunque venga qua e ci chieda un favore, noi lo facciamo. Non abbiamo mai detto di no a nessuno, cerchiamo sempre di accontentare chiunque.”

Non finiscono qui i servizi. Ci sono i libri in omaggio (e non sono pochi!): puoi prenderli e portarteli a casa, senza obbligo di consumazione o di restituirli, e puoi donarne se vuoi.

C’è l’ospitalità per chi vuole studiare e lavorare dentro al bar: Portineria 14 gli dà acqua e WiFi gratis.

L’attesa fa crescere i sogni, i desideri.

“Io sono di Niguarda e ricordo che conoscevo tutte le persone del mio quartiere. A 9 anni andavo da sola a fare commissioni e i vicini mi davano fiducia: ‘passa la mamma a pagare, non ti preoccupare’, mi dicevano. 30 anni fa era diverso: una persona anziana non restava da sola, c’era sempre una rete di sostegno. A volte dico che non vorrei avere 40 anni ma poi mi dico che è un vantaggio perché ho vissuto delle cose che le nuove generazioni non sapranno mai. Le telefonate ad esempio: per chiamare qualcuno l’altro doveva essere a casa e quindi bisognava citofonargli; se non c’era, dovevi aspettare il suo ritorno. Non c’erano i messaggi, c’erano le lettere: c’era l’attesa e l’attesa fa crescere i sogni, i desideri.

Mentre Francesca parla, non posso fare a meno di pensare al mio orticello ossia cosa ne è stato dei rapporti interpersonali e affettivi. Gli incontri che nascono sulle app, in chat, via messaggio, saltano a piè pari ogni attesa. Il fast food di Tinder appare lontano molto più di 30 anni (luce) dalle lettere di cui parla Francesca con nostalgia. E seppure io non sia mai per il demonizzare il web e i social (anche perché ci lavoro, sono nel lato oscuro della Forza e ne sono appassionata) non posso non darle ragione adesso.

‘Ciao come stai?’ è la frase più bella del mondo.

“La vita vera è guardare in faccia le persone e chiedere a quello di fianco se va tutto bene. ‘Ciao come stai?’ è la frase più bella del mondo. Credo che l’umanità sia la ricchezza principale di questo mondo. Verso gli esseri umani, nostri simili, verso gli animali, la natura. Ci vuole più amore. Invece c’è tanto odio. Sai qual è il problema di Internet? Che nella misura del display del tuo smartphone tu hai tutto il mondo a portata di mano. Non hai bisogno di uscire. Io invece ho avuto la fortuna di essere cresciuta fuori di casa e di ricordarmelo. Quindi non può bastarmi questo [indica lo smartphone].”

Della serie “che ne sanno i 2000”, ma per davvero. E me ne rendo conto perfino io che ho 30 anni: anche io mi ricordo di quando giocavo per strada sotto casa di mia nonna, per pomeriggi interi.

A un certo punto Francesca cita la sua di nonna, che non c’è più, alla quale lei era fortemente legata. Una donna che l’ha ispirata.

Mia nonna sapeva fare centomila cose, tutte bene. La cosa più semplice che faceva a 10 anni era andare a scuola. Ad esempio si svegliava alle 5 del mattino per andare a lavare i vestiti dei suoi fratelli. Lei era la più piccola di 7 figli. È stata una donna straordinaria ed è stata la persona con cui ho parlato di più e che mi spiegava le cose con grande calma e delicatezza.”

L’arredamento retrò di Portineria 14 l’anno scorso si è arricchito di pezzi che appartenevano proprio ai nonni di Francesca, tra cui un ventilatore Anni ’60 perfettamente funzionante che il nonno di Francesca aveva modificato aggiungendo un timer in modo che si spegnesse per non bruciare il motore. Questo ventilatore storico funziona tutt’oggi e viene messo in funzione in Portineria 14. Francesca crede profondamente che suo nonno vegli ancora su questo pezzo di antiquariato che racconta molto del passato che fu e che anima questo posto speciale.

“L’arredamento qui vuol dare l’idea del recupero di questa dimensione perduta. Qui è casa.”

Le chiedo infine qual è la parte più bella di questa avventura.

Se apri una porta, le persone entrano.

“L’umanità”, mi risponde Francesca. “È vedere lo sguardo delle persone cambiare anche dopo pochi secondi di diffidenza. Se tendi una mano, viene afferrata. Se apri una porta, le persone entrano.”

In quegli attimi in cui resto da sola perché Francesca ha giustamente tanto da lavorare al bar, visto che è anche lei a stare in cucina o servire ai tavoli, mi godo le sensazioni che mi dà il posto, mentre mi sorseggio una Coca Zero con ghiaccio e limone. Mi raccolgo in me stessa e ascolto la vita intorno a me. Il locale dalle 18, quando sono arrivata, fino ad ora che sono già le 20 si è riempito ancora di più di gente spensierata.

Si respira pace qui dentro”, dico a Francesca appena ha un minuto e torna da me.

È il complimento più bello che potessi farmi”, risponde Francesca.
Gli occhi le brillano e forse c’è un filo di commozione… che prende anche me.

Eccola, l’umanità.

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Sono felice che una sorta di sesto senso mi abbia guidata nell’individuare questo posto come location del mio primo “AperiTinder” e che le titolari abbiano subito dato disponibilità con entusiasmo per l’evento, le ringrazio nuovamente!
Vorrei che fosse un momento sì goliardico e cazzaro ma anche di scambio, arricchimento, confronto, in cui proviamo a mettere da parte le parole d’odio, sessismo, recriminazione, che i Social Network purtroppo spesso ci tirano fuori.

Abbraccio la filosofia di “Portineria 14”: stiamo umani.

E vediamoci il 7 giugno dalle 20.00 al bar “Portineria 14”, via Ettore Troilo (indovina?) 14, a Milano!

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Oppure registrati su Eventbrite.
E non dimenticare che ci sarà anche lo Speed Date! Iscrizione obbligatoria qui.