A inizio dicembre il CEO di Tumblr in un blog post annunciava che la famosa piattaforma di microblogging non avrebbe più ammesso contenuti per adulti, intesi come “genitali umani e capezzoli femminili” (i capezzoli femminili fanno orrore alle guidelines delle community social, lo sappiamo).

Quel (triste) giorno è oggi.

Qualcuno non ci ha visto nulla di che, affermando: “ah, c’era altro su Tumblr oltre al porno?”.

Tumblr come (ex) tempio della sessualità liberata

Il punto è: che tipo di porno c’è (c’era) su Tumblr.

La piattaforma infatti per anni ha accolto molti artisti, performer ed utenti che esprimevano la loro sessualità in maniera libera e autentica, oltre gli stereotipi e i pregiudizi. Una sessualità liberata, kink e sex-positive nel senso che incoraggia le sperimentazioni, al di là del tipo di fisicità, del colore della pelle, del gender e dell’orientamento sessuale.

Da Critique My Dick Pic

Non si tratta quindi dello stesso porno che potete trovare su Pornhub, suddiviso per categorie mainstream.

In merito al ban di Tumblr si è espressa Vex Ashley, sex worker e attrice (ha recitato anche nei film di Erika Lust):

I started taking my clothes off on the internet in 2011, I was 21 and at university looking to make extra money and explore my exhibitionist streak, I found a home on Tumblr.com. […]
Finding DIY porn communities on Tumblr showed me that you didn’t have to be the cookie-cutter image of A Porn Star I had in my head. I could do things my own way, on my own terms.
Away from the immediacy of Twitter’s timeline and the punishing curated Instagram grid, your Tumblr was your intimate space, your messy bedroom.  […]
Tumblr made sex a community experience.
Sex wasn’t this separate, shameful thing, it was allowed it to exist right next to every other facet of our messy, millenial experience. We shared it, discussed it, debated it and curated it.  […]
This sharing was so desperately vital for women and other marginalised people who’s sexualities are often overlooked or infantilised in media about sex in preference for the tastes of the traditional porn consumer — the straight white guy. Tumblr dismantled that. It allowed for sex in a space that didn’t feel like it was dominated by male desire. 

Vex Ashley qui.
https://www.instagram.com/p/BnbiTaQgB5N/

[…] It helped young, queer people find their communities and sexualities represented, to take control and represent them themselves. Self shot nudes on Tumblr were the first time I saw diverse, gender non conforming bodies presented as sexual on their own terms, bodies that are often censored, ignored or fetishised by mainstream depictions of sex. 
[…] As our lives move increasingly online, spaces that are safe for sex are becoming smaller and smaller. If we push our depictions of sexuality into the shadows, we allow them to continue be defined and co-opted by the status quo.
[…] For a while communities on Tumblr were a small, strange antidote to that. Thank you for the time we had, we have to preserve what space we have left.

Vex Ashley qui.

Alcuni account Tumblr hanno toccato picchi di genialità anche rispetto all’ironia creativa con cui trattavano la tematica sessuale. Solo di recente ad esempio ho scoperto “Things my dick does“, per fortuna già emigrato su Bdsmlr, una piattaforma simile a Tumblr ma per il mondo bdsm, fetish e bondage.

La fine (?) del blog di recensioni di dick pic

Ma la cosa che mi affligge di più è la fine (forse? speriamo di no!) dell’accountCritique my dick pic, creato dall’avvocatessa e giornalista Maddie Holden.

Da Critique My Dick Pic

In questo blog Maddie recensisce foto di peni (dick pics) con una professionalità degna di una critica d’arte, assegnando un punteggio come all’università e fornendo consigli su margini di miglioramento.

Negli anni, la Holden ha costruito una vera e propria estetica (personale) delle dick pic.

“Dick pic”: qualsiasi foto con un unico soggetto e contenente un pene.

Maddie Holden

E grazie a lei finalmente ho potuto dare un nome alle dick pic che si ricevono più comunemente ossia quelle in soggettiva e col pene in primissimo piano. Maddie le chiama “log“:

Il “log” è quando scatti una foto in soggettiva e molto ravvicinata (close-up) del tuo (enorme) pene, che occupa quasi tutta l’inquadratura e non lascia spazio ad altri dettagli. Ragazzi, sono noiose, sono molto noiose. Sembrano dire: “guarda il mio grandioso ed enorme cazzo!” e nient’altro. Dicono: “Sono superdotato, ma sono notevolmente noioso e non ho alcuna immaginazione erotica“.

Maddie Holden in Critique my dick pic

Una versione peggiorativa della foto “log” è quella in cui il pene viene accostato a un oggetto per farne comparare le proporzioni (ne ho ricevute diverse così, GrindR pullula!).

Dick pic come queste si basano su una opprimente preoccupazione e insicurezza rispetto alle dimensioni del proprio pene. E questo spazza via ogni potenziale erotico dalla foto. Non mostrano alcuna considerazione per i desideri del destinatario. Sono noiose, autoreferenziali e prive di fantasia.

Maddie Holden in Critique my dick pic

Il blog di Maddie inoltre era un posto per dare visibilità a quelle categorie poco rappresentate ossia sostanzialmente tutti quelli e quelle che non sono un maschio bianco cisgender (etero possibilmente).

Da Critique My Dick Pic
Da Critique My Dick Pic. Questa foto è di una donna transgender che avrebbe subito un intervento chirurgico ai genitali proprio quel giorno in cui ha inviato la foto a Maddie. Questa è stata la sua ultima “dick pic” prima dell’operazione.

Maddie ha pubblicato un post di “arrivederci” dove afferma di non sapere ancora quale sarà la sorte del suo blog. Noi speriamo di ritrovare presto il suo lavoro e tutta la sfilza di fantastiche dick pic su altri lidi.

Come scattare la dick pic perfetta

Intanto ho dedotto da lei i consigli per scattare una dick pic quanto meno interessante. Prendete nota:

  • No al punto di vista in soggettiva (tu che ti guardi il pisello e lo scatti);
  • Inquadrare una buona porzione del corpo oltre al pisello;
  • L’inserimento delle mani “eleva” la foto e la rende più “umana”;
  • Usa la giusta luce e il giusto focus (no foto sfocate, mosse, in cui non si capisce ‘na mazza).
Da Critique My Dick Pic. Non ci vuole molto per scattare una dick pic interessante dai!

Le conseguenze del ban sul lavoro dei sex worker

Ah, oggi 17 dicembre, il ban di Tumblr coincide tristemente con la Giornata Internazionale Contro la Violenza sui Sex Workers. La categorie dei sex workers (ossia persone che lavorano con il e nel sesso, il ché significa non solo prostitute e prostituti ma anche attrici e attori porno) trovavano in Tumblr un posto dove esprimere se stessi e anche fare business vendendo i loro contenuti e servizi. Un colpo duro a questo business è stato dato dalla legge Trump cosiddetta SESTA/FOSTA (che sta per
Stop Enabling Sex Traffickers Act e per Fight Online Sex Trafficking Act), approvata lo scorso aprile 2018, che rende le piattaforme online direttamente responsabili dei contenuti degli utenti. L’intento alla base della legge è buono, ossia limitare il traffico sessuale illecito (soprattutto dopo il caso di una tratta di “schiave sessuali” e pedofilia trovata su un sito americano), ma il problema è che non fa distinzione tra attività illecita e le prestazioni sessuali consensuali, con cui molti sex worker hanno fondato un’attività remunerativa che gli ha anche permesso di togliersi dalla strada.

Da Critique My Dick Pic

All’indomani della legge diversi siti di annunci e di dating hanno chiuso o sono stati chiusi dalle autorità americane oppure hanno modificato le loro policy vietando gli annunci a carattere sessuale. Come affermano gli attivisti contro la legge, “moltissime persone che sono state in grado di lavorare da casa e di abbandonare delle situazioni di sfruttamento grazie a (questi siti) erano in grado di monitorare i clienti e mantenersi al sicuro, mentre risparmiavano denaro che gli avrebbe permesso di abbandonare le persone che le stavano sfruttando. Ora questi siti sono stati chiusi, e le persone dovranno tornare ai protettori” (fonte).

Ecco perchè il ban di Tumbler si inserisce in questa scia di censura senza distinzioni, che mina attività di sostentamento per molti sex worker, oltre che la libera espressione individuale. Ed ecco perché la censura di Tumblr, che entra in vigore emblematicamente nel giorno contro la violenza su questa categoria, una piccola violenza effettivamente la compie.

Vi consiglio un podcast e un film sui diritti dei sex worker

Sul tema sex worker e diritti vi consiglio l’episodio recente del podcast femminista di The Submarine “Chiamando Eva“, che affronta anche la situazione politica italiana e l’idea, che sorge ogni tanto, di riaprire le “case chiuse”.

Ascolta “2×05: I diritti delle sex worker” su Spreaker.

E poi un film di Erika Lust che affronta proprio questo tema, “Sex work is work“, dove la protagonista (Maria Riot) “prova” per la prima volta l’esperienza con un sex worker (Dante Dionys).

Sex work is real work and we are human beings, all of us different but with a lot of things in common too. […] My body is mine. And I want to have the choice to work with my sexuality, and not be discriminated or criminalised for it. My fantasy, and my goal, is to live in a world that accepts our work like any other work. To live in a society where we can enjoy our sexuality how we choose to and want to: paying for it, or not.

Dalla Xconfession da cui è tratto il film.
Erika lust film sex work is work
Erika lust film sex work is work