L’aperitivo del gruppo Poliamore Milano è sempre un bagno di energia positiva e speranza nell’umanità tutta. Ogni volta che ci vado, torno rinfrancata. E carica di nuove scoperte sulle relazioni poliamorose. Ad esempio come gestire la gelosia nel poliamore.

Ogni serata è diversa, non c’è un copione perché l’unico accordo è di ritrovarsi in un dato luogo, attorno a un tavolo, portando se stessi e nient’altro. Gradito lasciare fuori dall’ingresso i pregiudizi e gli stereotipi, grazie.

Così ti ritrovi a parlare per ore e ore, con persone che cominci a conoscere e con sconosciuti, senza rendertene conto (qui il mio racconto della serata precedente a cui ho partecipato). Le conversazioni sono sempre animate, ma mai irrispettose: il bello è che c’è posto per tutti, se si mantiene educazione nell’esprimere il proprio punto di vista e apertura mentale nell’accettare gli altri.

Gestione della gelosia nelle coppie poliamorose

? è il mio bersaglio, quando riesco ad avvicinarlo. Perché di poliamore ne sa, anche a livello personale, quindi non manco mai di sottoporlo a interrogatori da neofita quale sono, ai quali lui risponde sempre con grande disponibilità e simpatia.

Quindi sono tornata a chiedere a ? la solita domanda, che poi credo sia una delle prime che sorgono a chi è fuori dal mondo poliamoroso: ok stare con tante persone contemporaneamente, ma come la mettiamo con la gelosia?

? mi dice:

“La Gelosia è fatta di due componenti: il possesso e l’invidia.”

Il possesso ci porta a pensare che quella persona ci appartenga, quindi non debba dedicarsi in alcun modo a qualcun altro. L’invidia poi non ci fa sopportare l’idea che quella persona possa fare con qualcun altro qualcosa che vorremmo facesse con noi: quindi noi diventiamo invidiosi di quel qualcun altro.

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Il primo presupposto perché una relazione poliamorosa possa esistere è abbattere questo genere di sentimenti, che poi se ci pensiamo sono in buona parte costrutti sociali e culturali.

Il bisogno dell’individuo

Un altro concetto chiave è quello del “bisogno”.

Nel poliamore, basandosi su consenso e trasparenza reciproca, il bello è poter dichiarare all’altro quali sono i propri bisogni/desideri e chiedergli se lui vuole soddisfarli.

In realtà questo dovrebbe accadere anche in una relazione monogama eh, ma nel 2018 siamo ancora ai livelli in cui le donne sperano nelle doti telepatiche degli uomini, coppie in cui non si parla neanche di disagi forti, che poi portano a tradimenti e rotture… vabè.

Il Poliamore ha diversi vantaggi. Uno è legato al bisogno del singolo individuo appunto. ? mi dice: in un rapporto poliamoroso, se ad esempio la partner ha una passione specifica (che ne so, la musica classica) e trova qualcuno che è appassionato come lei, e poi magari la attrae anche fisicamente, il partner la lascia libera di frequentarlo. Viene concordato da ambo le parti. Invece di sforzarsi di farsi piacere la musica classica oppure limitare l’altra persona nell’esprimere la sua passione, la si lascia libera di coltivarla con qualcun altro.

Un rapporto win-win per tutti.

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Starete pensando: va bene, infatti il mio ragazzo/ragazza può condividere degli hobby con degli amici. Poi però non deve scoparci.

Alt: cosa abbiamo detto poco sopra? Che la gelosia è un presupposto da abbattere perché una relazione poliamorosa funzioni. Stiamo parlando quindi di persone che sono riuscite a mettere da parte questo sentimento (non del tutto eh, me lo dice anche ?, siamo comunque umani).

La batteria: la tua riserva di energia (e desiderio sessuale) per l’altro

Una metafora interessante che mi ha fatto ?, poi, è quella della batteria. Si pensa che una persona sia come una batteria che ha una certa riserva di qualcosa. Ad esempio: una riserva di desiderio sessuale. E che quindi con chiunque la sfoghi è uguale.

Ma nel rapporto poliamoroso, se uno non può ottenere ciò che desidera dall’altro (esempio fare sesso) non è che se lo fa con qualcun altro è uguale perché tanto deve solo esaurire la propria batteria. No. Tu hai voglia di fare sesso con quella specifica persona. Quindi non vai a ripiegare in qualcun altro solo per “svuotarti”.

Allo stesso modo, se già fai sesso con un componente della relazione poliamorosa, non è che la tua energia sessuale si scarica, portando il livello batteria a 0% e quindi il tuo desiderio si è esaurito e tanti cari saluti per questo. L’uno non vale l’altro. Ognuno valorizza quell’altro che sceglie di frequentare. Solo che non è solo uno, a sono di più.

Possono esistere famiglie poliamorose con bambini?

Ahia, lo so. Nessuno tocchi i bambini. Argomento spinoso: la possibilità per un rapporto poliamoroso di trasformarsi in una famiglia con dei figli. Anche di questo ho parlato con ?.

dice giustamente che può parlare per sé, non a titolo di tutti i poliamorosi: il tema è molto delicato e soggettivo. Ci sta. ? non esclude una possibilità di figli anche in una triade poliamorosa ad esempio, del resto le “famiglie allargate” esistono da sempre. Come condizione però lui vede la convivenza come situazione favorevole per poter gestire un rapporto di questo tipo: essere tutti insieme nella stessa casa. Uno dei vantaggi è che essendo i bambini accuditi da più persone (non solo una mamma e un papà), c’è anche più libertà tra le persone, che possono meglio organizzare anche le loro vite.

Non storcete il naso: i bambini vengono quotidianamente affidati a tate oppure a nonni. Che differenza c’è se vengono affidati a volte a una madre che non è quella biologica ma è ad esempio un’altra compagna di papà? Oppure a un altro uomo che potrebbe essere uno dei compagni della mamma?

Quello che vi disturba probabilmente è pensare questi terzi come estranei alla famiglia, o peggio come traditori (sono gli “amanti” della mamma? Sono le “altre” donne di papà?) ma non dimentichiamo una cosa fondamentale: nella famiglia poliamorosa tutto è concordato, trasparente, consensuale. I membri hanno accettato le regole del gioco. O meglio: hanno trovato insieme, concordandole, le regole che vanno bene per il tipo di rapporto che tutti insieme hanno deciso di costruire.

Che differenza c’è rispetto a una tata, che è sostanzialmente una “estranea” che paghi per tenere tuo figlio? O da un bambino orfano di genitori che viene cresciuto dagli zii?

Lo so che queste affermazioni sono forti. Ma tanto qui siamo ancora a dibattere se una famiglia arcobaleno sia una famiglia (e per qualcuno anche se esista), se un bambino con due mamme o due papà possa crescere felice come i figli delle coppie eterosessuali. Figuriamoci pensare a un bambino che cresce in una famiglia non monogama.

https://www.youtube.com/watch?v=EZnGy2lHyCU

Illustrazione in evidenza di Anna Sudit