“Ok, vediamo… sono facilmente impressionabile però.”
“E’ solo un sedere con un po’ di frustate.”

Per un periodo frequentavo questo ragazzo che occasionalmente faceva foto ad eventi privati BDSM. Osservo la foto nel Macbook che lui mi mostra. È effettivamente un sedere. Frustato. A sangue, sì, se ve lo state chiedendo. Non è roba per deboli di stomaco.

Sempre a quel ragazzo una volta avevo chiesto quale fosse la sua più grande fantasia non realizzata.

“Avere una schiava sessuale“, aveva detto.

Io non avevo afferrato.

“Una che torno a casa ed è lì ad attendere solo un mio cenno. Se mi va, scopiamo. Se non mi va, non si scopa. Lei è a mia totale disposizione.”

Lui però con me non era affatto maschilista o dominatore. Quindi mi ero detta: “come può lui, proprio lui, celare una fantasia così… estrema? Così cattiva, verso una donna?”.

Ero totalmente fuori strada nel provare a categorizzare le fantasie sessuali secondo metri di bontà o cattiveria. Ma non lo sapevo ancora.

Cos’è il BDSM?

L’acronimo BDSM sta per: Bondage – Dominazione – Sadismo – Masochismo

Non ho (ancora) letto nulla di specifico al riguardo (un buon inizio potrebbe essere il manuale di Ayzad mi dicono). Posso basarmi su ciò che mi hanno raccontato quelli che ho incontrato sulla mia strada.

Cosa è normale?

La “normalità” per me non è un parametro applicabile alle preferenze sessuali. E’ uno dei primi pregiudizi che mi sono auto-demolita. A ragionare col parametro della “normalità” c’è chi finisce per giudicare “anormale” un omosessuale, non dimentichiamolo.

Cosa è o non è normale?

A una ragazza piace farsi frustare il sedere (a sangue, non quelle due pacche date con neanche tanta convinzione ormai diventate mainstream nei rapporti sessuali). Lo richiede consapevolmente al suo Master o alla sua Mistress. Lo hanno concordato. Ed eseguiranno questo gioco secondo le regole.

Perché non sarebbe “normale”?

Solo perché a te o a me forse non piacerebbe? (o forse sì)

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Altra cosa che ho imparato è che ci sono due “safeword” nel BDSM: una sta per “rallenta“, l’altra per “fermati“. Nel caso in cui si sia impossibilitati a parlare si pattuiscono dei gesti equivalenti e chiari. Se uno/a slave esegue una safeword del tipo “fermati”, il Master/Mistress è tenuto a fermarsi immediatamente e liberare lo/la slave da qualsiasi attrezzo, indumento, “harness” nel minor tempo possibile.

Questo aspetto di fiducia fondamentale e speciale che deve intercorrere in un gioco BDSM è un valore che secondo me dovremmo portarci a casa anche per i nostri rapporti “vanilla” (che è come il mondo BDSM chiama i rapporti “tradizionali”).

SSC: Sano, Sicuro, Consensuale

L’altro valore è il consenso.

La sfera sessuale si presta bene agli acronimi, forse proprio perché è così complessa che servono gruppi di parole radunate sotto una parola-cappello per riuscire ad esprimere le sue tante sfumature.

Un altro acronimo del BDSM è SSC, che è la prima regola fondamentale: Sano, Sicuro, Consensuale.

Sano, perché bisogna conoscere a fondo le implicazioni fisiche e psicologiche del gioco, i possibili danni correlati e i limiti del corpo del sottomesso.

Sicuro, ossia essere nelle condizioni psico-fisiche utili ad avere il controllo della situazione e dei suoi rischi per la sicurezza degli attori in gioco. Non dovrebbero esserci alcool o droghe proprio per restare lucidi.

Consensuale: è inteso come “va bene qualsiasi cosa, purché si sia tutti d’accordo”. La consensualità deve inoltre tenere conto della legge (no minorenni).

Forse l’errore madornale che fa chi non è dentro a un mondo, è guardarlo solo dal lato che lo spaventa. E così il BDSM diventa nella mente solo sangue e sofferenza. E arriva puntale la battuta: “ma chi glielo fa fare a questi!?”.

Credo che avere una visione quanto più informata e consapevole sulla sessualità sia l’unica via che abbiamo per avere rapporti sessuali soddisfacenti, da poter vivere appieno. Ma non solo noi: è fondamentale anche per l’educazione delle nuove generazioni, per la felicità dei loro rapporti sessuali.

Che educazione sessuale abbiamo avuto noi fino ad oggi?

Quando non si abbia avuta la fortuna – come me – di non avere dei genitori bigotti per cui il sesso non è mai stato un tabù, sopperisce all’educazione sessuale la vita, la strada, i porno.

Se affidiamo la formazione sul sesso ai porno… siamo proprio nella mer*a. L’ho detto anche qui.

PS. Tutte le foto di questo articolo ritraggono Bettie Page, che fu appellata “Queen of Bondage“: in realtà, da sue interviste apprendo che lei non ne sapesse molto più di me di BDSM, ma affermava:

I think you can do your own thing as long as you’re not hurting anybody else — that’s been my philosophy ever since I was a little girl.

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PPS. Una mia follower mi ha fatto scoprire di recente l’esistenza di FetLife, un social network tutto dedicato al mondo BDSM, Fetish e Kinky. Mi sono iscritta.