Per questa recensione di The Handmaid’s Tale ti suggerirò alcuni brani tratti dalla serie: prova ad ascoltarli mentre leggi 🙂 Fai click sul player di Spotify.

Immagina che un giorno ti svegli e non sei nella tua casa, con le tue cose, il profumo del caffè che esce dalla moka, la persona che ami al tuo fianco, o il tuo gatto sul letto se preferisci, il tuo cellulare pieno di notifiche dei tuoi amici sui programmi per la serata…

the handmaid's tale offred ep 1x1

Sei in una stanza spoglia, indossi una divisa. Non un velo di trucco.

Non hai più un nome: il tuo nome è composto da una formula. Tu sei “Di” + il nome di qualcun altro.

Tu sei di qualcun altro.

Ti è concesso uscire solo per fare la spesa e poi rientrare a casa.

In casa non c’è la tua famiglia, ma persone che non conosci.

La moglie è una stronza, ti picchia e ti umilia continuamente.

Il marito è quello che ti stupra ogni mese.

Sei obbligata. Che ti piaccia o no.

Perché un’Ancella è una donna fertile assegnata a una coppia infertile per fare da madre surrogata.

Ogni mese sarai stuprata finché non darai alla luce un bambino.

Che loro ti porteranno via non appena svezzato.

E non lo rivedrai mai più.

the handmaid's tale joseph fiennes

Benvenuta in uno dei peggiori futuri possibili.

Il Racconto dell’Ancella

Scusa, non volevo appesantirti.

Ecco, fai play qui mentre facciamo un breve recap su questa serie tv di cui giustamente parlano tutti.

The Handmaid’s Tale è tratta dall’omonimo romanzo distopico-femminista di Margaret Atwood, del 1985.
Non ho letto nessuno dei suoi libri (magari è il caso di rimediare!) quindi non posso pronunciarmi sull’aderenza della serie al libro.

La serie ha debuttato sul servizio di video on demand Hulu il 26 aprile 2017 e arrivata in Italia il 26 settembre 2017: la serie The Handmaid’s Tale non si trova su Netflix (come potresti pensare) ma su TIMvision. 10 episodi, di 53 minuti, diretti da 5 registi diversi.

Il cast è di tutto rispetto, tra cui Elisabeth Moss come protagonista (OffredDifred in italiano) e un Joseph Fiennes (Fred) che anche se fa il bastardo ma quanto ci attizza mmmh… (altro che Shakespeare in Love)

the handmaid's tale joseph fiennes

Non a caso la serie ha fatto incetta di statuette agli Emmy Awards: Miglior serie drammatica e Miglior attrice protagonista alla Moss e non protagonista a Anna Dowd (zia Lydia).

Per il seguito non dovremo aspettare molto. La notizia della seconda stagione di The Handmaid’s Tale ad Aprile 2018 è di qualche giorno fa, con un videoclip teaser ufficiale su Facebook:

Energia sessuale

Quando si parla di “distopia” non si può non pensare a 1984 di George Orwell (scritto però nel 1948).

Una volta, pensò Winston, un uomo guardava il corpo di una ragazza, lo desiderava, e questo era tutto; ora non vi era spazio né per il puro amore né per la pura lussuria. Non esistevano emozioni allo stato puro, perché tutto si mescolava alla paura e all’odio.1984

The Handmaid’s Tale ha richiamato subito per me 1984 (che è il mio libro preferito, per inciso) ma non solo per le similitudini tra Gilead, dov’è ambientata la serie tv, e il mondo del Grande Fratello orwelliano, dove ogni sguardo o parola hanno un peso e possono portare a dure conseguenze, dove il processo alle intenzioni è legge e la legge del taglione è reale.

A Gilead infatti non si va per il sottile: un’Ancella disubbidisce? Le cavano un occhio. Un uomo molesta un’Ancella? Gli amputano un braccio.

Ma c’è un passaggio di 1984 in particolare che ho sentito risuonare in The Handmaid’s Tale.

Come si rende docile un essere umano?

Umiliandolo. Togliendogli tutto. Tutte le sue libertà: anche quella sessuale.

A Gilead le lesbiche vengono deportate alle colonie per “tradimento di genere“.

Perché l’energia sessuale è un potente catalizzatore e vettore di emozioni e azioni. Per questo è pericolosa.

Quando fai all’amore, spendi energia; e dopo ti senti felice e non te ne frega più di niente. Loro non possono tollerare che ci si senta in questo modo. Loro vogliono che si bruci l’e­nergia continuamente, senza interruzione. Tutto questo mar­ciare su e giù, questo sventolio di bandiere, queste grida di giubilo non sono altro che sesso che se ne va a male, che di­venta acido. Se sei felice e soddisfatto dentro di te, che te ne frega del Grande Fratello e del Piano Triennale, e dei Due Minuti di Odio, e di tutto il resto di quelle loro porcate? – 1984

In 1984 ci sono i “due minuti d’Odio”, una pratica collettiva in cui i dipendenti vengono riuniti sul posto di lavoro, sottoposti alla visione di immagini raffiguranti il nemico (Goldstein): qui scatta l’odio delle persone, ossia sono liberi di (devono) inveire contro la figura del nemico, con il peggior turpiloquio di cui siano capaci.

Parimenti, in The Handmaid’s Tale c’è la pratica della “Rigenerazione”: chi ha infranto la legge viene sottoposto a pubblica esecuzione capitale. Ma chi sono i boia in questo caso? Le Ancelle ovviamente, che sono libere di (devono) uccidere il colpevole nei modi più disparati, attuando un massacro di massa.

Queste pratiche da regime totalitario mirano a neutralizzare tutti gli istinti dell’essere umano, a mantenere il controllo.

Nella rabbia con cui questi personaggi devono svolgere atti così efferati, c’è tutta l’energia sessuale che è stata soffocata in loro dal Governo.

Dolori per il cuore e la mente ma gioie per gli occhi e le orecchie

Fai play qui per capire cosa intendo:

Immagina di vedere una città bombardata, l’esercito spara sulla folla e tu riesci a nasconderti in un bar. A un tratto i vetri del locale scoppiano. Ti hanno appena tolto il lavoro e chiuso il conto corrente. Sei disoccupata e la città è nella guerra civile. Presto, verranno a prendere anche te.

È davvero un fottuto incubo.

Credo che a questo punto, se non hai ancora visto la serie, hai però cominciato a immaginare lo scenario in cui è calata la storia.
Di certo The Handmaid’s Tale non è una serie tv da vedere a cuor leggero mentre si lavano i piatti.
Ma la “densità” che riesce a donare giustifica il fatto di dover tenere alta la soglia d’attenzione e una certa convinzione di spirito nell’andare avanti nonostante le scene dure da digerire.

Ad amplificare il tutto, la fotografia e la colonna sonora.

Ci sono alcune scene che sono di una bellezza visiva disarmante, complice anche il gioco tra le divise porpora delle Ancelle e la costante luce crepuscolare in cui sembra vivere Gilead, una città addormentata in un incubo. Tanto che quando c’è un raro raggio di sole sembra davvero che ci possa essere una speranza per quel mondo.

the handmaid's tale

E poi, la colonna sonora: le musiche fanno da contraltare alle scene, soprattutto a quelle crude, di efferata violenza o in momenti di svolta della storia, generando effetti dolceamari dai contrasti che sono un colpo al cuore.

In una vasca che si scalda poco a poco, finiremo bolliti senza accorgercene – Offred

The Tinder’s Tale

Hanno bruciato i libri (come in Fahrenheit 451, altro libro distopico) e perfino le riviste di moda con Chiara Ferragni che fa da trend setter.
Ma la memoria per fortuna (o per sfortuna) non è stata cancellata.
E la memoria ce la rinfresca zia Lydia coi suoi adorevoli modi: lei è una sorta di “tutrice” capo che la Signorina Rottermeier lèvati.

Pare che la serie abbia preso diverse licenze rispetto a libro. Tra queste, una citazione perfino su Tinder! (per forza, nel 1985, data di pubblicazione del libro, si era lontani anni luce)

Nell’episodio 1×1 di The Handmaid’s Tale infatti zia Lydia spiega alle neo-Ancelle cosa è successo nel mondo:

…mentre la natalità scendeva, loro peggiorarono le cose
pillole contraccettive, pillole del giorno dopo
per uccidere i bambini
per poter continuare con le loro orge
con Tinder
Erano delle donne sporche.
Erano delle sgualdrine.

Tinder diventa l’esempio per antonomasia di uno strumento che in qualche modo abilita la donna alla libertà sessuale.

Beh, non possiamo negarlo.

Nolite te bastardes carborundorum

Tom Chetwynd nel suo libro L’interpretazione dei sogni secondo la psicanalisi, adatta le figure archetipiche junghiane all’immaginario onirico. Qui descrive quattro tipologie di personaggio maschile e altrettanti femminili, che si associano alle quattro funzioni della mente. Esse sono la Madre/sensazione; la Principessa Seduttrice/emozione; l’Amazzone Cacciatrice/intelletto; la Sacerdotessa Strega/intuizione.

Offred, la protagonista di The Handmaid’s Tale, si muove da un emisfero all’altro di questi archetipi durante tutto l’arco della storia, complici anche i flashback narrativi sulla sua vita prima di diventare un’Ancella (non svelo altro). Il suo è un andare ciclico, perché ciclica è la vita della donna.

Noi siamo tutte le donne che sono dentro di noi.

Da qualche parte in noi ci sono la Madre, la Principessa, l’Amazzone, la Sacerdotessa.

Loro ci sono quando amiamo, quando affrontiamo delle sfide, quando ci commuoviamo, quando ci lecchiamo le ferite e risorgiamo.

Ci sono quando non siamo amate, quando siamo umiliate, quando veniamo represse.

Noi però non viviamo a Gilead: abbiamo avuto una fortuna sfacciata ad avere quello che abbiamo.

Ricordiamocelo quando ci schiacceranno a lavoro o in una relazione. Quando ci ripeteremo, sbagliando, che non possiamo cambiare le cose, che non ne abbiamo il coraggio, la forza, l’ardore.

Il 25 novembre è stata la Giornata contro la violenza sulle donne. Non dimentichiamo che anche la violenza verbale e psicologia è violenza. Freeda ha realizzato questo bel video-testimonianza in proposito, guardalo:

Fai play, ancora. E grazie per essere arrivata fin qui.

Per la Madre, per la Principessa, per l’Amazzone, per la Sacerdotessa.

Non permettere a nessun orco di trascinarti nel suo fottuto incubo.

Non ci avrebbero dovuto dare un’uniforme se non volevano diventassimo un esercito – Offred