Questo articolo è tratto da una storia di Tinder pubblicata nel mio Gruppo chiuso per sole donne “Match and the City Cafè“. Viene pubblicata in anonimo, modificando i dettagli sensibili e con autorizzazione dell’autrice. Se anche tu sei una donna (o ti riconosci come donna) e vuoi condividere storie simili, richiedi l’iscrizione al Gruppo.

Potrei definirlo il mio peggior primo appuntamento (che sarà anche l’ultimo in questo caso) da quando mi sono trasferita a Milano. Un incubo. Definirlo film horror sarebbe fargli un complimento, visto che amo i film horror. È riuscito a farmi schifare il sushi del Finger’s, questo dovrebbe rendere l’idea. 

via GIPHY

40 anni. Del Sud (e avrei già dovuto capire che c’era la fregatura, non prendetevela eventuali persone del Sud, ma chissà perché con gli uomini del Sud non ho gran feeling), imprenditore trapiantato a Milano. Imprenditore di cosa precisamente non è dato saperlo. Deve essere uno dei segreti di Fatima.

Mi dice che ha problemi con le donne, “non lo stimolano”, così dice, sono “noiose”.

Prima ancora di arrivare al ristorante, in macchina mi dice che ha problemi con le donne, “non lo stimolano”, così dice, sono “noiose” a detta sua. Peccato che quello a parlare come un bradipo ritardato tra i due sia lui. Si lamenta del fatto che le relazioni siano uno “scambio di interessi tra le due parti”. Che le donne lo cerchino solo per i soldi. Che vadano con lui solo per farsi la foto sull’aereo privato o sulla bella macchina. Il tutto mentre si vanta dei soldi che ha, di quanto fattura, di quanto è business oriented e di quanto è capace negli affari. Ci mancava solo che per fare il figo mi mostrasse il saldo del CC.

Si lamenta del fatto che per portarsi a letto una donna si debba per forza raccontarle palle sul fatto che si vuole una relazione seria, e già qui per quel che mi riguarda poteva finire la serata, visto che uno che dice cose del genere lo manderei in orbita intorno alla luna con un calcio in culo.

Si vanta di quante donne gli scrivano sui social e sulle app per conoscerlo, si presume che nella sua mente questo dovrebbe renderlo attraente ai miei occhi.

Invece lo rende un pallone gonfiato, visto che so benissimo che quelli molto richiesti se ne guardano bene dal fartelo sapere, o quantomeno non sentono il bisogno di vantarsene. Il suo tempo è prezioso, ci tiene a specificarlo, e glielo si può rubare una volta sola. Il mio forse lo è decisamente meno, ma quello passato con lui lo reputo buttato nel cesso.

via GIPHY

Definisce “mignotte” un paio di ragazze di sua conoscenza, facendomi girare i coglioni perché odio chi giudica la sessualità altrui. 

Durante la cena ci tiene a dire ancora una decina di volte che le donne non lo stimolano e sono noiose. Gli chiedo se ha mai considerato l’idea di provare con un uomo per evitare il problema. Fa finta di nulla. Definisce “mignotte” un paio di ragazze di sua conoscenza, facendomi girare i coglioni perché odio chi giudica la sessualità altrui

via GIPHY

Dovresti essere più concentrata sui tuoi obbiettivi.”

Dovresti essere più concentrata sui tuoi obbiettivi”, insinua. Cosa ne sa di quanto lo sia o meno dopo un’ora che mi conosce non me lo spiego, ma gli dico nel modo più garbato che conosco di pensare ai suoi. 

Mi dice che gli piacciono quelle più piccole perché ha “istinto paterno“. Considerando che a un appuntamento ci vado non certo per trovarmi un genitore, la cosa mi fa salire la nausea. Fa anche qualche domanda decisamente indiscreta, alle quali rispondo in modo evidentemente troppo contorto per il suo limitato QI, non capisce e borbotta qualcosa di incomprensibile.

Mi consiglia di imparare a cucinare perché se no “quando avrai 70 anni tuo marito andrà a cercarsi quelle più giovani”.

Gli faccio notare che vista la mia preferenza per quelli molto più grandi, quando avrò 70 anni a mio marito nel migliore dei casi non si alzerà più e nel peggiore sarò vedova da un bel pezzo. 

Tenta un imbarazzante contatto fisico palpandomi i bicipiti per verificare il risultato della palestra. Si vanta delle sue conoscenze importanti e facoltose. Tenta un altro contatto fisico ancora più imbarazzante. A metà cena speravo letteralmente che si alzasse in piedi e urlasse:
I’m an actor, they are actors and you are on Disaster Date!”.
Chi guadava MTV una decina di anni fa capirà a cosa mi riferisco. 

Disaster Date, ieri come oggi (e come domani).

Ogni tanto mi fissa in modo inquietante e ripete a mo di disco rotto il mio nome:
“Marta… Marta… Marta, Marta, Marta”. 

L’unica cosa che riesco a replicare a questo è:
“Bravo, almeno il nome l’hai imparato”.
Della serie: ci rido su per non piangere

Durante il dessert ci tiene a specificare che gli sto simpatica, e cerca di far capire che ha in mente di rivedermi. Io, che piuttosto che rivederlo preferirei avere un rapporto anale con un cactus, per evitare di dirglielo apertamente fisso il vuoto con aria rassegnata.

A fine cena mi riporta a casa e in macchina decide di farmi sapere, così dal nulla, che a lui il preservativo fa schifo.

Forse convinto che in qualche universo parallelo ci sia per lui qualche possibilità di averla da me. Non ha capito che ai miei occhi ha ormai lo stesso sex appeal di una lumaca morta schiacciata sul marciapiede.

Arrivati a casa lo saluto e me ne vado più velocemente possibile, mentre penso a chi può avermi fatto un rito voodoo affinché io abbia tutta sta sfiga e attiri solo casi umani

Salgo a casa e mi metto a ridere (letteralmente) per non piangere. 

Ha anche avuto il coraggio di mandarmi la buonanotte con lo smile che bacia.

Buonanotte.
?

Io ci rinuncio raga. L’unica cosa che riesco a pensare è:
“Menomale che almeno il vino era buono”.

Quasi quasi prendo seriamente in considerazione l’acquisto di un gatto.
Accetto consigli sulla razza.

via GIPHY

Immagine in evidenza by Ali Morshedlou on Unsplash